Cofautore del MANIFESTO "Ai 2 laghi"
Claudio
Zanasi
MANUALE
2 DI SOPRAVVIVENZA
PER TUTTI COLORO CHE HANNO UN DEBITO, MA
NON SANNO PERCHE’
Lo scopo
degli “esperti” è quello di confondere e di annoiare il lettore che si avvicina
all’€conomia, per costringerlo a disinteressarsene
Nessuno vi potrà mai chiedere un interesse se vi
“presta” un sacco pieno d’aria.
CHE COSA E’ UN “DEBITO”?
Nella mentalità comune, un
debito è un “qualche cosa” che qualcuno ci ha prestato e che si aspetta gli
venga restituito. Nello Zingarelli, è definito come “Ciò che è dovuto ad altri
per adempiere a un’obbligazione avente oggetto spec. denaro”.
Si dà per scontato però, che questo “qualcosa”o
questo denaro, sia costato tempo e/o fatica al nostro creditore. Che abbia
insomma un valore reale.
Per esempio, sono dei libri acquistati, che hanno
anche un valore effettivo, o derrate alimentari, oppure si tratta di 1000 euro
che egli preleva dal proprio conto, rischiando magari di andare in “rosso”, e
che comunque, sono parte del suo stipendio che ha accumulato con ore di lavoro.
Nessuno contrarrà mai un
debito, ad esempio, per un sacco pieno
di aria.
Badate bene: non è proprio
una battuta, perché se qualcuno ci prestasse un sacco pieno di aria, mentre noi
siamo intrappolati sott’acqua, l’aria diventerebbe un bene prezioso, e saremmo
pure contenti di pagargliela. Anzi: non avrebbe prezzo, poiché ci salverebbe la
vita.
Certo, colui che ce la
prestasse, sarebbe a dir poco una persona ignobile, dal punto di vista morale,
perché quell’aria, quel “prestito” a lui non è costato assolutamente nulla, e
per di più di aria ce n’è un’infinità, e solo un mentecatto se la farebbe
pagare.
Potremmo a buon diritto parlare di falso debito, o di debito
inesigibile, o semplicemente di truffa.
Ci ricorda qualcosa, questo esempio?
Non vi è discorso, politico o
economico che sia, in cui il termine “debito pubblico” non faccia la sua
comparsa, e sempre per stigmatizzare un atavico e deteriore comportamento che
sarebbe tipico del popolo Italiano, che “ha vissuto al di sopra delle proprie
possibilità!”
Potenza delle menzogne!
Più ripeti una falsità e più
questa ha possibilità di essere creduta come vera.
Dati ISTAT reperibili su internet, dimostrano che nel ventennio
1990-2011, le entrate dello Stato, hanno superato l’ammontare della spesa pubblica dell’equivalente attuale
di ben 511 miliardi di euro.
Ciò che ha fatto andare “in
rosso” i conti pubblici, sono invece stati gli interessi sul debito, ammontanti,
per lo stesso periodo, a 1819 miliardi di euro, per un totale parziale di –
1308 miliardi (+511 -1819= -1308) miliardi, che è l’aumento del debito in
quegli anni.
Possiamo disquisire per
giorni sulla qualità della spesa
pubblica, sicuramente dispersiva, clientelare, facilona e improduttiva, ma non sull’entità complessiva, come abbiamo
visto. E sono due cose ben diverse!
Ma… dirà qualcuno: un debito
è sempre un debito, e gli interessi su di un debito vanno comunque pagati!
La risposta è: dipende!
E comunque mai su di un
debito di un sacco pieno di aria.
Vedete, amici: è proprio qui
il fulcro del problema: nessuno discute della liceità di dover restituire un
debito. Magari si potrà discutere sull’entità degli interessi (e come abbiamo
visto, l’Italia dal 1981 in
avanti è stata strozzata dagli interessi imposti dal “mercato”), ma come detto all’inizio, un debito, per essere
riconosciuto come tale, deve contenere in sé le caratteristiche che lo rendono esigibile e correttamente contratto.
Faccio un esempio:
Ogni fine mese, causa il
magro stipendio e l’aumento dei prezzi, siete costretti a chiedere un piccolo
prestito a vostra moglie (o marito) i quali, ovviamente non vi chiedono interessi,
semmai siete voi che farete loro un piccolo presente.
Un bel giorno, prendete
improvvisamente la decisione di non rivolgervi più al vostro consorte, ma
ritenete che sia più giusto chiedere i soldi in prestito ad una banca!
Risultato: il vostro bilancio
famigliare viene appesantito di centinaia di euro l’anno. Cifra che, con solo
un poco di buon senso, avreste benissimo potuto risparmiare.
Questa vicenda, enormemente
ingigantita, è realmente accaduta nel 1981, fra l’allora ministro del Tesoro
Beniamino Andreatta e l’allora Governatore della Banca d’Italia Carlo Azeglio
Ciampi.
Andreatta, con una missiva a
Ciampi, decise che i denari che la
B.I. stampava a costo nullo e con i quali era per legge
costretta a comperare i BOT del Tesoro dei quali quest’ultimo decideva il livello
dei tassi, avrebbero dovuto da quel momento essere reperiti sul “mercato”da
altri soggetti (per lo più banche estere).
Questo “harakiri” che fece lo
Stato, era giustificato, a dire di Beniamino, per cercare di “moralizzare” la mala-spesa e
la corruzione dimostrata dalla classe politica.
In realtà si punì tutto il
popolo Italiano, poiché dall’81, gli interessi sui BOT salirono alle stelle, il
debito pubblico aumentò enormemente (dal 60 al 120%) e di conseguenza le imposte
fecero un enorme balzo verso l’alto.
La classe politica continuò a rubare e
sperperare soldi, con la differenza che prima erano soldi sui quali pagavamo l’1 o 2% di interesse, mentre dopo il 16-18%!
Una bella pensata, quella del ministro Andreatta,
vero?
Si comportò esattamente come
lo stolto marito dell’esempio.
Ma c’è di più: perché
dobbiamo pagare un debito e un interesse, quale che sia , sui soldi che ci
“presta” la Banca
di emissione? (ora non è più la
B.I., ma la B.C.E.)
DA DOVE
PRENDE LA BCE I SOLDI
CHE CI “PRESTA”?
Forse tutti gli alacri
dipendenti della BCE, Draghi compreso, depositano nei suoi forzieri i loro
sudati stipendi che tanto faticosamente hanno guadagnato, sperando di ricavare
un onesto interesse per affrontare una vecchiaia serena?
Forse tutti i deputati
europei, depositano nella BCE i propri denari “accumulati”,perché questa a sua
volta li investa per sostenere l’economia di commercianti, aziende, e famiglie europee?
Pensate che le cose possano
veramente andare in questo modo, o forse stiamo parlando di un
sacco pieno d’aria?
Emissione significa letteralmente :”Creare dal nulla biglietti
di banca, stampandoli ad un costo risibile, e prestarli al valore impresso sul
facciale, ovvero 5, 10, 20, 50, 100, 200, 500 euro!”
Se non avete letto bene, o
non avete capito o non credete alla frase precedente, ebbene: rileggetela 10-20
volte, e cercate di metabolizzarla nel suo semplice e inaudito significato,
poiché vi assicuro che è la nuda e allucinante realtà.
Le avrete viste migliaia
di volte per TV, quelle valanghe di biglietti di banca stampati che corrono veloci come un fiume in piena.
Ebbene si: il “debito
pubblico” è un sacco pieno d’aria!
UN
TIPOGRAFO LADRO
Sarebbe come se il tipografo
al quale avete commissionato la stampa di mille biglietti d’entrata per uno
spettacolo cinematografico, vi facesse una fattura di 1000X10 = 10.000 euro,
cioè l’entità del costo dello spettacolo, e non delle spese tipografiche. E in
più vi chiedesse 50 euro di interessi!
Ma ancora qualcuno,
particolarmente zelante, potrebbe obiettare: Se comunque questa è la legge,
bisogna farsene una ragione.
Nel medioevo c’erano leggi
che consentivano di bruciare donne, poiché ritenute streghe.
In molte popolazioni dei vari
continenti c’era l’usanza di fare sacrifici umani. Esisteva anche lo ius primae
noctis. Esisteva, per legge, la schiavitù, e il diritto di vita o di morte dei
padri nei confronti dei figli.
Più recentemente abbiamo
votato con una legge elettorale da tutti definita porcata o “porcellum”, ma il cammino per
abolirla, nonostante vi sia una totale unanimità nel ritenerla
incostituzionale, deve ancora vedere la luce.
Per non parlare di tutte
quelle leggi che sono state redatte in aperto contrasto con la Costituzione.
Compreso quella, appunto, che toglie allo Stato la
prerogativa di stampare moneta!
E tutto questo perché?
Perché i nostri politici sono
pigri? O sbadati? O incapaci? Anche!
Ma soprattutto perché
conviene a qualcuno. Qualcuno che ha più potere dei politici e di chiunque
altro. Questa, è la vera ragione.
E a chi può convenire
l’attuale sistema di emissione monetaria? Chi è così potente da imporre una
legge così palesemente ingiusta e che è causa di infinite sofferenze alla popolazione?
Ma le banche, ovviamente! Chi
crea, e ripeto CREA denaro dal nulla,….
Se non violentiamo la nostra
mente, rigettando il falso e radicato concetto che abbiamo un “debito” perché le
banche hanno “comperato” i nostri BOT, o hanno generato falso denaro con degli
impulsi elettronici, non riusciremo mai a capire perché il “debito” è un sacco
pieno d’aria:
PERCHE’ IL DEBITO PUBBLICO E’ UN SACCO PIENO D’ARIA?
Nel 1971, Richard Nixon,
decise unilateralmente di non cambiare più i dollari con oro. Nonostante gli USA
avessero stampato dollari per un valore di almeno nove volte le riserve
di oro che possedevano (rapina della cui ciclopica entità sono state vittime
tutte le nazioni della terra), prima del 1971 c’era ancora un flebile rapporto
fra le monete e i dollari con l’oro.
Dopo il 1971, che cosa hanno
fatto le banche?
O meglio: Cosa non hanno fatto?
Non hanno smesso di considerare
il dollaro (e le monete ad esso collegate) come se fossero ancora garantite dal
metallo “prezioso”.
Perché “prezioso”?
Perché essendo soggetto a
scarsità, rende difficile e faticoso il suo reperimento, e gli conferisce per
questa ragione valore “intrinseco”, cioè suo proprio. Anche se in modo diverso,
come hanno tutte le merci e i beni reali : una mela,
una casa, un podere, l’acqua,
ecc.
Capito? Il sistema bancario,
complici i politici corrotti , ha continuato a farci credere che quei pezzetti
di carta senza alcun valore reale, intrinseco, mantenessero il valore dell’oro.
Cioè come se fossero ancora garantiti dall’oro. Di più : come se essi stessi
fossero l’oro!
A riprova di ciò, sta il
fatto che anche dopo il 1971, le banche di emissione hanno continuato ad
inserire le banconote nei loro bilanci, al
passivo.
Come se si privassero di qualcosa avente valore
intrinseco!
Banconote che stampano quasi gratis!
Facendoci credere che sono
oro!
COME DOVREBBERO ANDARE LE COSE
Una Comunità,al suo nascere,
è definibile come un insieme di persone che abbiano in comune obiettivi, progetti, programmi e valori condivisi.
Queste condivisioni, portano la Comunità per sua stessa
natura, a detenere il potere di emissione monetaria, e d’ imposizione fiscale.
La Comunità delega ad alcuni suoi rappresentanti eletti, la
formazione dello Stato, che oltre ad assumersi il dovere e la responsabilità di
cui sopra (emissione monetaria e imposizione fiscale) ne assume una terza: quella di organizzare e monetizzare l’operosità dei cittadini.
La monetizzazione di questa
operosità, va comunemente definita sotto il nome di PIL (prodotto interno
lordo).
Ovviamente, dal punto di
vista cronologico, fra i due momenti, cioè quello dell’emissione e quello
dell’imposizione, il primo ad avverarsi è quello del l’ emissione.
Altrimenti, come potrebbe lo
Stato tassare se non ha fornito prima i denari alla popolazione?
Non vi è alcun bisogno che le
banconote stampate abbiano un’ equivalente copertura in oro che le garantisca:
esse sono già garantite dalla quantità di ricchezza generata dall’operosità dei
cittadini.
Con questo criterio, ogni
singola lira che lo Stato emette ( Ipotizziamo che questa Comunità possa essere
stata la Repubblica Italiana
del 1946) viene posta al passivo a bilancio nella voce “deficit”, e corrisponde,
fino all’ultima lira, alla ricchezza accumulata dal popolo, che la inserisce
invece al suo attivo nel bilancio privato interno.
Ma con una differenza
sostanziale rispetto al sistema attuale: il deficit del bilancio dello Stato è
solamente un foglio contabile; il
deficit rimane soltanto una denominazione convenzionale che non comporta in
alcun modo il diritto per alcuno di “esigerlo” né l’obbligo per qualcun altro
di “renderlo” né, tantomeno di ripagarne inesistenti interessi.
E’ insomma un “deficit positivo”
o Moneta- Credito. E’ la ricchezza dei cittadini, guadagnata con la propria
operosità.
Solamente se lo Stato in
questione delegasse ad un altro ente (BCE ad es.) il diritto di emissione
denominata in una moneta diversa dalla propria, allora il “deficit positivo” di
cui sopra, si trasformerebbe in “debito pubblico reale”,poichè da quel momento
chi lo detiene avrebbe dei creditori; che non potrebbe in alcun modo soddisfare,
in quanto avrebbe perduto la possibilità di gestire la propria moneta, e non avrebbe
la possibilità di gestire la nuova (l’euro) perche non è sua.
A riprova che tutto quanto
sopra è inconfutabilmente vero e sacrosanto, vi è oggi, la testimonianza
dell’art. 105/A del trattato di Maastricht che prescrive che gli Stati possono
battere moneta, ma limitatamente alle sole monete metalliche, lasciandone però
il volume e l’entità del conio, alla decisione della BCE (guarda caso):ebbene,
nonostante tutte le limitazioni del caso, le monete metalliche (che recano la
sigla RI cioè Repubblica Italiana), NON
generano debito.
Il che significa che lo Stato,
coniando le monete metalliche, genera un deficit positivo puramente formale,
poiché in realtà introita il signoraggio delle monete, e nelle transazioni,
nessuna delle parti contrae un debito. Se invece usiamo per le transazioni
biglietti cartacei, il soggetto A che
vende, riceve un “pagherò”(da 100 euro per es.) consistente nel biglietto da
100, il soggetto B che compra, detiene
il bene reale acquistato, Ma rimane un debito di 100 al soggetto C, che è lo Stato, che ha emesso
l’equivalente della somma 100, oggetto della transazione, in titoli di Stato
per prendere in prestito il biglietto dalla BCE. O, peggio, dalle banche cui la BCE lo ha prestato allo 0,25%,
e che lo riprestano allo Stato al 4,5%.
E siccome lo Stato si rivale
sui cittadini imponendo loro balzelli fiscali per fare quadrare i bilanci, il
soggetto”C” dell’esempio, scarica il fardello sul cittadino qualunque, che
crede di avere espletato i suoi obblighi pagando con moneta cartacea, ma in
realtà rimane debitore verso la
BCE, intermediario lo Stato, cui paga le imposte.
MA LA STORIA CONTINUA….
L’argomento fin qui trattato,
si riferisce alla stampa di banconote da parte delle banche di emissione come la BCE; banche cui è stato dato
il potere di stampare nuova moneta, cosiddetta “esogena”, poiché proviene da un
ente posto al di fuori e al di sopra del circuito bancario tradizionale.
Questa emissione genera il
così detto “signoraggio primario”.
Ma esiste un altro tipo di
emissione di moneta virtuale (ovvero non cartacea né metallica), molto più
consistente come volume (circa il 98%) che viene messa in essere dal circuito
bancario interno, e perciò chiamata “moneta endogena”che dà luogo al
signoraggio “secondario”i cui effetti sono abnormi. Ma di questo tratteremo nel
terzo manuale.
Per contatti:
Claudio Zanasi: z_antares48@yahoo.it
Normanno Malaguti: normanno30@gmail.com
Giorgio Quarantotto g.qrngrg@gmail.com
Lino Basciani lino.basciani@gmail.com
Alberto De Carli decaparadigma@gmail.com
Bibliografia
essenziale
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Fati, 2002
Giacinto Auriti, Il valore del diritto, Teramo Edigrafital,
1993
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Arianna Editrice, 2005
Normanno Malaguti, La moneta debito, Rimini, Il Cerchio,
2012
Bruno Tarquini, La banca la moneta e l’usura, Napoli, Controcorrente,
2001
Thore&Warner, La verità sulla moneta contattare, luciano.marrocco@tin.it
Ezra Pound, L’abc dell’economia, Torino, Bollati
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Nino Galloni, Chi ha tradito l’economia italiana?, Roma,
Editori Riuniti, 2011
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Antonio Venier, Il disastro di una nazione, Padova, Ed.
di Ar, 2000
Loretta Napoleoni, Democrazia vendesi , Milano, Rizzoli,
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Marco Saba, O la banca o la vita, Bologna, Arianna
Editrice, 2008
Marco Della Luna, Cimit€uro , Bologna, Arianna Editrice,
2011
Alberto Bagnai, Il tramonto dell’euro, Reggio Emilia,
Imprimatur, 2012
CLAUDIO
MOFFA, Rompere la gabbia,
Bologna, Arianna Editrice, 2013
Bologna
2013
Stampato in proprio pro
manuscripto
[deca] : Chi
fosse interessato ad avere copia cartacea stampata di codesto primo
manualetto di sopravvivenza urbana, può richiedermelo via mail o
scrivendo sulla pagina google, o, infine, tramite un commento sul blog.
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