“Il Def è il dominio totale del capitale.
Al posto di Renzi serve Putin.
Contro la retorica del migrante…”, Diego Fusaro
Il filosofo Diego Fusaro non si fa incantare dalle riforme varate da Renzi e al premier italiano preferisce Putin: “Almeno lui rende il mondo plurale”.
“Quella di Renzi una rivoluzione socialista? Non scherziamo, dire questo è fare ideologia orwelliana”.
Il filosofo Diego Fusaro non si fa incantare dalle riforme varate da Renzi e al premier italiano preferisce Putin: “Almeno lui rende il mondo plurale”.
Fusaro, ha visto il Documento di economia e finanza presentato dal governo?
«Con le mie competenze limitate, mi è
sembrata una ulteriore conferma del dominio totale del capitale,
Davvero non mi riesce di capire che differenza ci sia tra Renzi e Monti,
tra Renzi e i liberisti.
Continua a spacciarsi per l’homo novus, ma il
premier mi sembra vecchissimo».
Eppure Renzi insiste molto sul valore solidaristico degli 80 euro in più in busta paga…
«Mi sembra una presa in giro grossolana, un modo volgare di spacciare dell’elemosina per un provvedimento illuminato».
La senatrice democratica Laura Puppato ha definito il Def una “rivoluzione socialista”. Uno studioso di Marx e della tradizione socialista come lei è d’accordo?
«Una rivoluzione neoliberista
semmai. Spacciare tutto ciò per socialismo è tutt’al più un episodio
orwelliano della storia dell’ideologia e come tale va commentato.
Ricorda il Big Brother? “La libertà è schiavitù”.
Siamo esattamente su
quel livello…».
A proposito di libertà e
schiavitù: un nuovo bug di internet, soprannominato “Heartbleed”, sta
mettendo in pericolo i dati sensibili degli utenti di mezzo mondo. Ma la
tecnologia non doveva liberarci?
«Internet non è il regno della
libertà assoluta, tutt’altro. È il dispositivo panoptico del potere.
Oggi siamo tutti controllati, è evidente.
C’è un sistema che controlla i
nostri gusti e persino i nostri sogni.
Io invito sempre chi mette in
discussione i totalitarismi, ma solo quelli del passato, a chiedersi
quale regime ha mai anche solo sognato di controllarci come lo siamo noi
oggi. Ci stiamo autoschedando credendo di essere liberi».
Eppure c’è gente che per
accedere a tale libertà attraversa pericoli estremi. Sulle nostre coste,
proprio in questi giorni, sono ricominciati gli sbarchi…
«Personalmente trovo insopportabile
la retorica del migrante, ma certo non lo considero un nemico. Quello
che dobbiamo fare è lottare affinché questa gente non sia costretta a
emigrare.
Loro sono degli sfruttati, esattamente come noi,
l’immigrazione è un fenomeno tristissimo sia per noi che per loro. Il
capitale, del resto, ci vuole tutti migranti: apolidi, senza diritti,
senza una lingua. (Piano Kalergi)
Per dirla con un’amara battuta: queste persone fuggono
da paesi in cui si è costretti a morire di fame, qui invece siamo solo
liberi di farlo».
Cosa pensa di Vladimir Putin?
«Putin purtroppo non è Lenin, ma è
un bene che ci sia.
Se tutto l’establishment ce l’ha con lui qualche
merito lo deve avere… Bisogna sostenere Putin non perché sia “buono” ma
perché lui rappresenta un contropotere al dominio unipolare del mondo.
Mi piace pensare all’Obama che dice “yes, we can” e a Putin che risponde
“No, you can’t”. Il mondo è bello finché è plurale».
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