In Argentina la resistenza popolare blocca la Monsanto
La Monsanto intendeva spianare la strada al proprio progetto
attraverso una campagna che prevedevaun investimento di 160 milioni
dollari e la creazione di 400 nuovi posti dilavoro tra una delle
popolazioni più povere della regione.
L’urgenza sociale,secondo i
dirigenti della multinazionale, avrebbe dovuto mettere in ombra
leproteste contro i danni alla salute provocati dalle coltivazioni
transgeniche.Ma le cose hanno preso una piega diversa.
Gli abitanti di MalvinasArgentinas, infatti, di concerto con gruppi
ambientalisti, hanno deciso dipresidiare l’accesso ai campi, riuscendo a
portare la loro protesta davanti leistituzioni locali.
Le richieste dei
manifestanti sono state ascoltate e ilgiudice ha ordinato di
interrompere il lavoro fino a che non venga presentatouno studio
sull’impatto ambientale provocato dalle coltivazioni Ogm.
Inoltre,la
pressione sociale ha costretto, pochi giorni fa, il governo provinciale
afare marcia indietro sull’approvazione del progetto.
Secondo i manifestanti,infatti, esistono numerosi rapporti che
dimostrano come le coltivazioni Ogmdella Monsanto influenzerebbero
negativamente l’ambiente circostante fino acontaminarlo, inoltre, gran
parte della produzione agricola dell’America Latina sarebbe già
pesantemente condizionata dall’uso su larga scala di pesticidi,
questiultimi, senza alcuna valutazione dei loro effetti negativi,
verrebbero sparsi apiene mani proprio per consentire l’afflusso di mais e
soia transgenici suimercati occidentali, commercio che frutta milioni
alle multinazionali.
Almeno in questaoccasione, tuttavia, Davide ha sconfitto Golia e la
Monsanto è stata costrettaa retrocedere dai propri propositi di
sfruttamento indiscriminato delle risorseumane e naturali dell’America
Latina.
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