I PASTICCI DI OBAMA BIN BARACK
di Giorgio Maria Cambié
Fonte: L’Officina
A noi che ricordavamo visite di
presidenti americani fra ali di folla ha fatto un po’ specie vedere
Obama aggirarsi nel deserto creato dalla polizia, segno di un’evidente
calo di popolarità.
La funzione del presidente americano questa volta
era di venire in Europa con la massima velocità per evitare che qualche
nazione amica scivolasse verso la simpatia alla Russia di Putin.
Così è venuto ad offrire collaborazione, F35 e soprattutto, adesso che
con lo shale gas l’America sta raggiungendo l’autonomia delle fonti
energetiche, anche gas al posto di quello che fino ad ora è stato
fornito dalla Russia.
Finora in politica internazionale non ne ha
imbroccata una.
In Afghanistan, stante il ritiro delle
truppe Usa, il presidente Karzai ha pensato bene di interpellare i
Russi che, cacciati ai tempi dell’Unione Sovietica, rischiano di
tornare richiamati dagli afghani.
In Pakistan si sono stabilmente insediati i talebani e lo Stato è in una situazione di tragici contrasti religiosi con un florilegio di attentati.
Quando ha messo il naso nel Mediterraneo, dando ascolto a Sarkozy, si è visto il disastro che ha combinato. In Egitto probabilmente saranno i militari a salvare la situazione rispetto alla gloriosa “primavera araba”.
In Pakistan si sono stabilmente insediati i talebani e lo Stato è in una situazione di tragici contrasti religiosi con un florilegio di attentati.
Quando ha messo il naso nel Mediterraneo, dando ascolto a Sarkozy, si è visto il disastro che ha combinato. In Egitto probabilmente saranno i militari a salvare la situazione rispetto alla gloriosa “primavera araba”.
In Siria l’insediamento di tagliagole islamici è stato evitato
grazie all’azione combinata di papa Francesco e, ancor più, del diktat
di Putin.
L’ultimo sbaglio lo ha fatto con
l’Ucraina. Immemore del sostegno da sempre strombazzato al volere dei
popoli, si è dimenticato che la Crimea era ucraina solo da sessant’anni e
che è abitata in larghissima maggioranza da Russi, che nella storia è
stata la perla degli zar, che la sua riviera è costellata di palazzi
degli imperatori e dei maggiori nobili russi e che è sede della flotta
russa del sud.
Chiunque avrebbe potuto capire che la Russia non
l’avrebbe mai abbandonata e avrebbe fatto tutto il possibile, con il
consenso della popolazione locale, per riavere il controllo totale
sull’importantissima penisola
Inoltre il gasdotto South Stream passa
sotto il Mar Nero e dalla Crimea si può controllare in superficie il
suo percorso.
Putin ha vinto, anche con l’aiuto di Berlusconi al quale
l’appoggio alla Russia deve essergli costata la poltrona, la corsa fra
i due gasdotti South Stream, caldeggiato dalla Russia, e Nabucco,
caldeggiato dagli Usa, sta di fatto che Putin si è rivelato un uomo di
Stato assai più accorto e deciso di Obama che ha perso la battaglia di
Crimea, nella quale per fortuna non è riuscito a coinvolgere le
nazioni europee.
Il suo motto dovrebbe cambiare in: “si noi possiamo…
combinare innumerevoli pasticci”.
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