mercoledì 26 marzo 2014

SIAMO SU UN CAMPO DI BATTAGLIA, guerra climatica in atto



La guerra climatica è in atto, siamo su un campo di battaglia

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Il migliore non è chi in cento battaglie riporta cento vittorie. Il migliore in assoluto è chi non dà nemmeno battaglia, e sottomette le truppe dell’avversario.-Sun Tzu-
Fin dagli albori della nostra storia, l’uomo si è combattuto per svariati motivi, e attraverso i conflitti si è evoluto o involuto, ma al di la della valutazione morale che potrebbe svilupparsi già da adesso, mi preme di più continuare a parlare di storia.
Le battaglie primordiali che si combattevano con pietre e bastoni per aggiudicarsi l’appezzamento di terra migliore probabilmente erano già influenzate da quelle scelte che nel corso della storia hanno portato allo sviluppo delle due scienze militari per eccellenza, la tattica, che si rivolge principalmente all’impiego delle truppe, o risorse, per sconfiggere il nemico sul campo, e la strategia, che è un concetto ampio, ma che se dovessimo sintetizzarlo, si potrebbe definire come il conseguimento ed il mantenimento della supremazia indipendentemente dal numero degli uomini e delle risorse sul campo.
Credo che ciò che può aiutarci a capire meglio questo concetto sono le parole del maresciallo Ney al termine della disastrosa campagna napoleonica di Russia ” Più che dalle pallottole russe, l’armata francese fu sconfitta dal Generale Fame e dal Generale Inverno”.
La storia è ricca di esempi di Potenze militari imbattibili sul campo, che non hanno vinto delle guerre per un uso sbagliato o inefficace di strategie, durante la guerra del Vietnam ad esempio, gli americani usarono l’agente Orange per defoliare le foreste vietnamite e attuarono il progetto Popey, ovvero un programma di inseminazione chimica del cielo con cristalli di ioduro d’argento spruzzati da elicotteri e jet, in modo da estendere l’annuale stagione dei monsoni sulla famosa pista di Ho Chi Minn per renderla una poltiglia fangosa e impedire l’afflusso di uomini e rifornimenti del nemico.
Le condizioni climatiche avverse indotte dall’aviazione statunitense, si ritorsero più sui marines americani che non sui viet cong, abituati a spostarsi anche in quelle condizioni estreme, ma il dato è che quel progetto segnò un punto di svolta nella ricerca del dominio sul clima, lo stesso Putin ammise non troppo tempo fa che durante le parate militari, l’aviazione russa rilascia scie chimiche composte da azoto, iodio, e argento per evitare che piova, come spiegato nel servizio del tg1 andato in onda il 10-05-2007.
Davanti a quella che ormai sta diventando una realtà sempre più evidente, difficilmente giustificabile parlando solo di scie di condensazione, non solo i russi hanno iniziato a sbottonarsi, John Holdren, il consigliere scientifico del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, il 15 novembre 2011 ha pubblicamente ammesso che il governo americano da 15 anni effettua l’irrorazione chimica dei cieli a favore della geo ingegneria e della manipolazione climatica.
Tornando all’Italia, nonostante chi ritiene che qualcosa nei nostri cieli non va venga etichettato dalla stampa, da esperti meteorologi da ecologisti e da personaggi pubblici colorati da bandiere di ogni tonalità, come un pazzo, a rompere una certa diffidenza per paura di essere iscritto alla lista dei “ folli pericolosi” ci pensa già da un po il Generale Fabio Mini che in quanto a scie chimiche ha le idee molto chiare.
Laureato in scienze strategiche, in scienze umanistiche e in negoziato internazionale, Mini, è un commentatore di questioni geopolitiche e di strategia militare, scrive per Limes, la Repubblica e l’Espresso.
Generale di corpo d’armata, Mini è stato capo di Stato maggiore del comando NATO per il sud Europa, ha guidato il Comando Interforze delle operazioni nei Balcani a partire dal gennaio 2001, e dall’ottobre 2002 all’ottobre 2003 è stato comandante delle operazioni di pace NATO in Kosovo nella missione denominata KFOR.
Nella conferenza di Firenze del 7 ottobre 2012, Mini, spiega che durante la guerra del Kosovo è stata attuata la manipolazione delle nubi, come strumento di guerra, e che le manipolazioni atmosferiche esistono, per realizzarle si usano sostanze come Sodio, Bario, Alluminio e Polimeri.
Il Generale punta anche il dito verso i nostri cieli, affermando con chiarezza che la situazione che stiamo vivendo non è normale, e che dare del matto o dell’imbecille a persone che chiedono risposte, equivale a non fornire delle risposte sul piano delle argomentazioni scientifico/razionali ma sul piano psicologico/emotivo, e questi sono metodi da propaganda.
Mini parla anche di una omertà dei militari che conoscono la verità sulle scie chimiche e ribadisce che l’unico sistema per fare breccia sul muro che è stato eretto è quello di continuare ad insistere verso le autorità nei vari settori, iniziando dall’Aereonautica per finire alle Università in modo da raccogliere le prove che permettano di giustificare scientificamente l’evidenza.
Le difficoltà nel rapportarsi a questo tema, spiega Mini, sono anche dovute ad una precisa tecnica di negazione militare, meglio nota come “denial of service”, che significa non solo negare l’evidenza, la realtà e la verità, ma negare l’informazione stessa.
E non c’è solo Mini a non accettare questo stato di cose, nel panorama dei movimenti e degli attivisti che chiedono la verità riguardo a ciò che sta accadendo sui nostri cieli, e di rimando anche all’intero eco sistema del pianeta, il RIP si pone come movimento non violento impegnato da anni nella lotta contro questo crimine.
Noi di Riprendiamoci il Pianeta, Movimento di Resistenza Umana, siamo convinti che le scie chimiche siano un fenomeno complesso, che consiste in una vera e propria aggressione alla vita di questo pianeta, attuata da un coordinamento di forze che vede implicate tutte le maggiori potenze mondiali.
Le massicce irrorazioni in atmosfera di sostanze di varia natura, nanotecnologie, nano particelle, batteri e virus geneticamente modificati, associate all’uso di tecnologie sono atte a modificare sia l’assetto ambientale che quello delle coscienze umane.
Rispetto alla nostra attività, riceviamo in modo costante attacchi di varia natura, soprattutto dai media, ma non ci fermeremo, perché riteniamo che solo attraverso la pratica dell’innocuità verso la vita si può produrre un reale cambiamento dello stato di cose attuali, dall’avvelenamento ambientale a quello delle coscienze, sottoposte ogni giorno ad una aggressione da parte di partiti e lobby economiche che mirano a sottometterci in uno stato di povertà e rassegnazione; è arrivato il momento di riprenderci il pianeta.

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