venerdì 28 febbraio 2014

Gli agenti degli Stati Uniti istigano la guerra civile in Venezuela



 

Gli agenti degli Stati Uniti istigano la guerra civile in Venezuela



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Leopoldo López, il leader dell’opposizione radicale del Movimiento Voluntad Popular, ha deciso di consegnarsi alle forze governative. Cosa l’ha spinto a farlo? Ricevendo la notizia che il mandato d’arresto era stato emesso, si dava latitante cercando di fuggire all’estero.
Ha cambiato idea dopo che il Servizio d’Intelligence Nazionale Bolivariana (Servicio Bolivariano de Inteligencia Nacional – SEBIN) ha reso pubblica la registrazione di una conversazione telefonica. Due uomini di un gruppo di emigrati di ultra-destra, a Miami discutevano dei piani per liquidare fisicamente Lopez incolpandone il governo di Nicolas Maduro. Numerosi gruppi terroristici inviati in Venezuela hanno complici nelle squadre di Lopez. Il residente dell’US Central Intelligence Agency a Caracas conosceva i piani dei terroristi.
Non ha mai mosso un dito per proteggere Lopez. Era condannato ad affrontare una fredda esecuzione, politicamente motivata dagli interessi degli Stati Uniti. I cospiratori speravano che con tale “sacrificio” avrebbero dato impulso alla destabilizzazione del Paese facendo scendere la gente in piazza. L’assassinio doveva consolidare la posizione di leader di Enrique Capriles, vecchio rivale di Lopez, nell’opposizione. Le tensioni sono alte in Venezuela.  Lopez ha creato molti problemi al regime al potere.
Al che, Diosdado Cabello Rondo, Presidente dell’Assemblea nazionale (parlamento) ha avvertito personalmente la famiglia di Lopez della minaccia imminente. La moglie di Lopez ha detto in un’intervista alla CNN che non aveva dubbi che la registrazione fosse autentica. La famiglia Lopez conosceva bene le persone coinvolte nella conversazione spiata. Lopez è stato personalmente accompagnato da Diosdado Cabello al Palazzo di Giustizia, ricevendo garanzie che l’indagine sulle manifestazioni del 12 febbraio sarebbero state giuste ed imparziali.
Le azioni del leader dell’opposizione radicale hanno provocato perdite umane, danni ad edifici amministrativi e infrastrutture della città, come la metropolitana. Senza dubbio Lopez è colpevole, perché ha invocato “azioni risolute”. Ora è nel carcere di massima sicurezza, e l’inchiesta è in corso.
Parlando con i dipendenti della PDVSA (la compagnia petrolifera e del gas  statale venezuelana Petrolio del Venezuela – Petroleos de Venezuela, SA), il Presidente Nicolas Maduro ha detto che i reazionari venezuelani, finanziati da Miami, volevano assassinare il politico di ultra-destra Lopez, un proprio compagno di viaggio, e innescare la guerra civile nel Paese.
Maduro ricorda che i congiurati istituirono un fondo miliardario per attività estremiste e l’assassinio di militanti. Tuttavia, ha detto che Leopoldo Lopez sarà protetto. Il presidente ha detto che suo padre e sua madre erano contro di loro (i bolivariani), ma nei loro cuori si sono resi conto che le autorità salvano la vita del figlio. Maduro ha detto che un altro gruppo di diplomatici statunitensi è stato espulso dal Paese, sostenendo che promisero visti preferenziali e che usarono la loro copertura diplomatica per infiltrarsi nelle università e incitare disordini tra gli studenti. Il ministro degli Esteri venezuelano Elias Jaua ha detto che i tre sono: la seconda segretaria Breeann Marie McCusker, e i viceconsoli Jeffrey Gordon Elsen e Kristofer Lee Clark.
L’espulsione non crea seri problemi ai servizi speciali degli Stati Uniti coperti dall’ambasciata, avendo più di 200 agenti. Tecnicamente è già abbastanza difficile per la SEBIN sorvegliarli. Non è escluso che il numero dei diplomatici sarà limitato per impedirne la sovversione. Non c’è dubbio che un tale passo diminuisce il peso della CIA e di altre agenzie ostili operanti nel Paese. Gli studiosi politici venezuelani dicono all’unanimità che l’ambasciata degli Stati Uniti a Caracas è il principale centro di coordinamento della stampa antigovernativa. L’obiettivo strategico di Washington è controllare le ricchezze del Venezuela, le sue risorse minerarie.
La missione dei cospiratori è colpire alle fondamenta il regime e annichilirne la  leadership, soprattutto il Presidente Nicolas Maduro, successore di Hugo Chavez. E’ sempre più evidente che Washington persegue l’obiettivo di scatenare una sanguinosa guerra civile in Venezuela, che sarebbe il pretesto per l’intervento militare diretto dell’impero. I trampolini del Comando Sud delle forze armate degli Stati Uniti sono già schierati lungo il confine tra Venezuela e Colombia, nei Paesi dell’America centrale e dei Caraibi.
La IV Flotta si prepara regolarmente a bloccare le coste venezuelane e a impedire eventuali tentativi dell’ALBA (l’Alleanza Bolivariana per i Popoli della Nostra America – Trattato del Commercio dei Popoli; Alianza Bolivariana para los Pueblos de Nuestra América – Tratado de los Comercios de los Pueblos) a dare aiuto.
La guerra economica imperversa da quando il regime di Chavez andò al potere, accelerandosi con il mandato di Maduro. I media venezuelani parlano di enormi quantità di merci contraffatte provenienti dal Venezuela, soprattutto alimentari e benzina, quotidianamente confiscate al confine con Colombia, Guyana e Brasile. Gli imprenditori non sono contenti delle azioni del governo volte ad impedire che il processo sfugga di mano. Così imboscano i beni di consumo. Secondo l’intelligence popolare bolivariana, vi sono nascondigli segreti di zucchero, olio vegetale, latte in polvere ecc. Le merci vengono immediatamente confiscate e vendute attraverso Mercal, la rete di negozi statale.
Di conseguenza gli incendi aumentano, incendiando i negozi del “popolo” che vendono merci a basso prezzo. Al governo si oppone la Fedecámaras (Federazione venezuelana delle camere di commercio (la Federación de Cámaras y Asociaciones de Comercio y Producción de Venezuela) composta dalle camere di commercio di dodici gruppi commerciali: banche, agricoltura, commercio, costruzioni, energia, produzione, media, industria mineraria, allevamento, assicurazioni, trasporti e turismo. Hanno i loro canali televisivi e stazioni radio, giornali e portali internet. Fino all’80% dei media appartiene agli oppositori del governo. Inutilmente Chavez e Maduro hanno cercato di raggiungere un compromesso con i loro proprietari.
La campagna  calunniosa contro il governo non si ferma mai. Di volta in volta gli influenti mass media seguono le istruzioni della CIA. Maduro e Diosdado Cabello sono regolarmente attaccati, anche minacciati direttamente di seguire il destino di Saddam Hussein e Gheddafi. Le minacce fascistoidi vengono rivolte alle famiglie dei bolivariani, compresi i bambini. Questo terrorismo mediatico è rivolto contro tutti i politici invisi all’impero, anche nello spazio post-sovietico. Viene spesso rivolta domanda  dagli utenti di internet, in quale Paese Maduro troverà rifugio sicuro se rovesciato dalla sollevazione popolare? La stessa domanda viene posta ora sul presidente ucraino Janukovich.
Le forze dell’ordine impediscono i molti tentativi di creare tensioni utilizzando la “tecnica di Maidan” e la “rilevante esperienza ucraina” per rovesciare il governo legittimo. Gruppi di giovani appositamente addestrati vengono utilizzati dopo esser stati arruolati a Miami, Costa Rica, Panama e altri Paesi.
Decine di auto e autobus bruciati, blocchi stradali, barricate… Sempre più spesso i rapporti della polizia parlano di crimini immotivati, spari casuali contro i passanti, istigando il malcontento pubblico su un governo che non sarebbe in grado di fermare i criminali dilaganti.
In precedenza tali tattiche furono usate in Messico dai cartelli della droga, ed ora sono affinate ulteriormente dalla Central Intelligence Agency degli Stati Uniti… Infine, vi è il coordinamento di attività volte a rovesciare i governi alleati di Venezuela, Ucraina e Russia. Potrebbe essere un tentativo di vendicarsi del fallimento in Siria?

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La ripubblicazione è gradita in riferimento al giornale on-line della Strategic Culture Foundation.

Traduzione di Alessandro Lattanzio   –   SitoAurora

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