giovedì 13 febbraio 2014

Prima lettera ai Corinzi



 

Paolo di Tarso  alias Deca Paradigma

Prima lettera ai Corinzi


Dopo il Giudizio universale, tutti i corpi resusciteranno e si ricongiungeranno alle rispettive anime.

La nostra anima non può esserci sottratta, ovvero, oggi può esserci sottratta.

Entro massimo 20 anni i nostri cari, i nostri figli, nipoti, saranno privati della loro anima.

Verremo chiamati al giudizio nei confronti delle cose che abbiamo fatto, ma soprattutto di quelle che non abbiamo voluto fare, di quei piccoli o grandi gesti, azioni, pensieri che non abbiamo voluto intraprendere per adire alla salvezza delle coscienze dei nostri cari, familiari, figli e nipoti, amici intimi.


Oggi abbiamo ancora la possibilità di evitare l'olocausto, il genocidio di una cultura, la nostra, di una gente, la nostra, la nostra comunità.

Domani o posdomani, potrebbe essere troppo tardi, e non avremo più una seconda opportunità.


Un giorno tornando a casa soddisfatti per la feconda giornata vissuta ci frullava per la testa un pensiero, vago ….. etereo.

Il giorno dopo questo pensiero prendeva piano piano forma, da vapore diventava granito scolpito nella roccia.

"Come mai giorno dopo giorno nella mia città, nel mio rione, nella mia strada, scompaiono degli ebrei, non li vedo più, forse è un falso allarme. Forse non mi funziona bene il metabolismo".

Il giorno successivo decidiamo di concentrare il nostro pensiero a questo assurdo paradigma, inventiamo un gioco per calcolare, analizzare le sensazioni, per verificare, come un buon investigatore, che le sensazioni della nostra mente profonda non siano confuse con le emozioni della nostra mente di superficie.

Non vogliamo che il Volador s'impadronisca delle nostre decisioni, del nostro raziocinio.

Le sensazioni della nostra mente profonda trovano riscontri oggettivi, domande buttate lì quasi per caso trovano puntuali risposte.

Gli ebrei stanno scomparendo.

Sul momento la cosa c'inquieta, perché se scompaiono loro, chi ci garantisce che tra qualche tempo non incominceremo a scomparire anche noi?


La realtà conosciuta tramite la mente profonda, quella vera, non inquinata dallo Sfidante, è realtà, quindi questi sono fatti inconfutabili, corpi umani viventi non sono più rintracciabili. Nessuno pare sapere il motivo, pochi si chiedono il perché, pochissimi si sono accorti che la nostra realtà oggettiva è cambiata.

I giorni successivi passiamo all'azione, dopo la reazione decidiamo che si deve intraprendere un'azione conoscitiva.

Incontriamo altre persone che, come noi, hanno preso coscienza dell'inusuale, strano, sospetto evento.

Persone che prima di noi hanno voluto capire che cosa e perché ha causato questo squilibrio nella quieta vita della nostra comunità.

C'hanno svelato che tutto ciò fa parte di un'azione preordinata, che esiste un progetto con finalità bene precise.


Abbiamo saputo da questi precursori, persone che come noi cercano di utilizzare al meglio la mente profonda, che scacciano Δεῖμος appena si palesa.

Saputo che esistono delle aree, non molto in vista, aree di campagna, fuori mano.

Queste aree sono recintate, con filo spinato e talvolta elettrificato, queste aree hanno un nome.

Campo di concentramento.

Non ne avevamo mai sentito parlare prima, ci avevano insegnato altro, ci avevano formato a ragionare con altri parametri, la direzione dei nostri pensieri era un'altra.

L'energia dell'universo, quell'energia che ci forgia e che ci fa combattere lo Sfidante, quest'energia ci ha scosso, ci ha obbligato a strapparci il velo dagli occhi, a vedere, a capire.

Ci hanno detto questi πρόδρομες ουσίες che in questi campi speciali vengono ricoverati gli ebrei, piano piano, ma sempre con maggiore flusso.

Poi ci hanno informato che, oltre a lavorare forzatamente a favore di un'altra non ben chiara comunità di persone, scompaiono definitivamente, rimpiazzati da nuove persone ebree che sono portate benevolmente dentro questi campi di rieducazione.

Incalzati dalla nostra bramosia di sapere, dalla sete di informazioni, scossi da questa inconsueta novità che sta pervadendo la nostra comunità, essi hanno rivelato che, alcuni di loro hanno potuto entrare, con incarichi di servizio minori, e che hanno visto che esiste un grande fabbricato, di mattoni rossi, alto e con un'altissima ciminiera circolare di mattoni, annerita sulla sommità.


Uno di loro ha visto che venivano condotti dentro a questo maestoso edificio gli ebrei.

La sera uscivano? No, ha notato che da un'altra porta uscivano binari con carrelli da miniera pieni di cenere, prodotta da combustione.

Cosa mai combineranno li dentro questi ebrei? No non ci crediamo, abbiamo le idee confuse, siamo prevenuti.

Sì, la verità, il delirio è che vengono bruciati, eliminati, cancellati.

La nuova realtà che ci è schiaffata davanti agli occhi, come un calcio a gamba tesa, ci costerna; alcuni di noi non dormono per alcune notti, sommersi da sogni premonitori, da incubi da scacciare.

Calmati i sudori freddi incominciamo a volere rimuovere questo tumore della nostra comunità, questa realtà a lungo nascosta che ci impone di reagire. Perché fanno questo, perché non l'abbiamo scoperto prima?

Studiamo, apriamo i sacri libri, testi impolverati che erano stati appositamente accatastati sotto le scale delle nostre cantine.

Impariamo i rimedi, le cure, le azioni e le consapevolezze che ci possono portare a ripristinare la luce ed il sereno nella nostra comunità.

A salvare quelle persone, a liberarli dall'oppressione di quei campi travisati in mezzo la boscaglia.

Decidiamo di organizzare il piano coordinato di liberazione della nostra comunità.


A questo punto 12 di noi ci svelano una nuova, più entusiasmante verità, quella a cui dovremo aspirare.

Esiste un forno che permette di affumicare gli ebrei facendoli soffrire molto meno (un euro diverso), così i lavoratori dei forni non perderanno il lavoro, così salvaguarderemo la comunità.

Esiste un campo di concentramento disposto planimetricamente in maniera differente, con strutture abitative e di servizio diverse, di nuova concezione (un'europa diversa), che permetterà di allungare i tempi di rieducazione preliminare ai forni, che avrà standards umanitari in linea con l'europa.

E questo permetterà di preservare migliaia di posti di lavoro per i collaboratori educatori nei campi, salvaguardando la comunità.

Una gioiosa macchina per il futuro della nostra comunità.

Ma Noi abbiamo deciso che non vogliamo ingannare, non vogliamo tradire né abusare dei nostri cari, familiari, figli e nipoti, amici intimi.


Tra poco toccherà a loro, una volta finiti gli ebrei.

deca

 

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