giovedì 5 settembre 2013
Dopo aver cacciato il FMI l’Ungheria emette moneta senza debito
di Ronald L. Ray – Traduzione a cura di N. Forcheri
L’Ungheria si libera dei vincoli dei banchieri
• Dopo che è stato ordinato all’FMI di abbandonare il paese, la nazione adesso stampa moneta senza debito. L’Ungheria sta facendo la storia.
Mai
più dagli anni ’30 con il caso della Germania un paese europeo aveva
osato sfuggire alle grinfie dei cartelli bancari internazionali
controllati dai Rothschilds. Questa è una notizia stupenda che dovrebbe
incoraggiare i patrioti nazionalisti del mondo intero ad intensificare
la lotta per la libertà dalla dittatura finanziaria.
Già nel 2011 il primo ministro ungherese, Viktor Orbán promise
di ristabilire la giustizia sui predecessori socialisti che avevano
venduto il popolo della nazione alla schiavità di un debito infinito con
i vincoli del FMI (IMF)
e lo stato terrorista d’Israele. Queste amministrazioni precedenti
erano infiltrate da israeliani nelle alte cariche, in mezzo al furore
delle masse che alla fine, in reazione, hanno votato il partito Fidesz di Orban.
Secondo
una relazione sui siti germanofoni del “National Journal”, Orbán si è
accinto a scalzare gli usurai dal trono. Il popolare e nazionalista primo ministro ha detto all’FMI che
l’Ungheria non vuole né richiede “assistenza” ulteriore dal delegato
della Federal Reserve di proprietà dei Rothschild. Gli ungheresi non
saranno più costretti a pagare esosi interessi a banche centrali private
e irresponsabili.
Anzi,
il governo ungherese ha assunto la sovranità sulla sua moneta e adesso
emana moneta senza debito e tanta quanto ne ha bisogno. I risultati sono
stati nientemeno che eccezionali. L’economia nazionale, che vacillava
per via di un pesante debito, ha ricuperato rapidamente e con strumenti
inediti dalla Germania nazionalsocialista.
Il
ministro per l’Economia ungherese ha annunciato che grazie a “una
politica di bilancio disciplinato” ha ripagato il 12 agosto 2013 il
saldo dei 2,2 bilioni di debito all’FMI, prima della scadenza ufficiale
del marzo 2014. Orbàn ha dichiarato: “L’Ungheria gode della fiducia
degli investitori” che non vuol dire né l’FMI né la Fed o altri
tentacoli dell’impero finanziario dei Rothschild. Piuttosto si riferiva
agli investitori che producono in Ungheria per gli ungheresi, creando
crescita economica vera, e non già la “crescita di carta” dei pirati
plutocratici, bensì quel tipo di produzione che assume realmente le
persone e ne migliora la vita.
Con
l’Ungheria libera dalla gabbia della servitù agli schiavisti del debito
non c’è da meravigliarsi che il presidente della banca centrale
ungherese gestita dal governo per il bene pubblico e non per
l’arricchimento privato abbia chiesto all’FMI di chiudere i battenti da
uno dei paesi più antichi d’Europa. Inoltre, il procuratore generale,
ripetendo le gesta dell’Islanda, ha accusato i tre precedenti primi
ministri del debito criminale in cui hanno precipitato la nazione.
L’unico
passo che rimane da fare per distruggere completamente il potere dei
bancksters in Ungheria, è di attuare un sistema di baratto per lo
scambio con l’estero come esisteva in Germania con i nazional socialisti
e come esiste oggi in Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, i
cosiddetti BRICS,
una coalizione economica internazionale. E se gli USA seguissero la
guida dell’Ungheria, gli americani potrebbero liberarsi dalla tirannia
degli usurai e sperare in un ritorno a una pacifica prosperità.
Ronald
L. Ray, autore freelance che risiede nel libero stato del Kansas,
discendente di vari patriotti della Guerra americana di indipendenza.
Fonte: americanfreepress.net
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