martedì 1 aprile 2014

MANUALE DI SOPRAVVIVENZA PER TUTTI - 2

Cofautore del MANIFESTO "Ai 2 laghi"


Claudio Zanasi


MANUALE  2  DI SOPRAVVIVENZA 

PER TUTTI COLORO CHE HANNO UN DEBITO, MA NON SANNO PERCHE’

 Lo scopo degli “esperti” è quello di confondere e di annoiare il lettore che si avvicina all’€conomia, per costringerlo a disinteressarsene

 

Nessuno vi potrà mai chiedere un interesse se vi “presta” un sacco pieno d’aria.
     
CHE COSA E’ UN “DEBITO”?

Nella mentalità comune, un debito è un “qualche cosa” che qualcuno ci ha prestato e che si aspetta gli venga restituito. Nello Zingarelli, è definito come “Ciò che è dovuto ad altri per adempiere a un’obbligazione avente oggetto spec. denaro”.
Si dà per scontato però, che questo “qualcosa”o questo denaro, sia costato tempo e/o fatica al nostro creditore. Che abbia insomma un valore reale.
Per esempio, sono dei libri acquistati, che hanno anche un valore effettivo, o derrate alimentari, oppure si tratta di 1000 euro che egli preleva dal proprio conto, rischiando magari di andare in “rosso”, e che comunque, sono parte del suo stipendio che ha accumulato con ore di lavoro.

Nessuno contrarrà mai un debito, ad esempio, per un sacco pieno di aria.

Badate bene: non è proprio una battuta, perché se qualcuno ci prestasse un sacco pieno di aria, mentre noi siamo intrappolati sott’acqua, l’aria diventerebbe un bene prezioso, e saremmo pure contenti di pagargliela. Anzi: non avrebbe prezzo, poiché ci salverebbe la vita.

Certo, colui che ce la prestasse, sarebbe a dir poco una persona ignobile, dal punto di vista morale, perché quell’aria, quel “prestito” a lui non è costato assolutamente nulla, e per di più di aria ce n’è un’infinità, e solo un mentecatto se la farebbe pagare.
Potremmo a buon diritto parlare di falso debito, o di debito inesigibile, o semplicemente di truffa.

Ci ricorda qualcosa, questo esempio?

Non vi è discorso, politico o economico che sia, in cui il termine “debito pubblico” non faccia la sua comparsa, e sempre per stigmatizzare un atavico e deteriore comportamento che sarebbe tipico del popolo Italiano, che “ha vissuto al di sopra delle proprie possibilità!”
Potenza delle menzogne! 
Più ripeti una falsità e più questa ha possibilità di essere creduta come vera.

Dati  ISTAT  reperibili su internet, dimostrano che nel ventennio 1990-2011, le entrate dello Stato, hanno superato l’ammontare  della spesa pubblica dell’equivalente attuale di ben  511 miliardi di euro.
Ciò che ha fatto andare “in rosso” i conti pubblici, sono invece stati gli interessi sul debito, ammontanti, per lo stesso periodo, a 1819 miliardi di euro, per un totale parziale di – 1308 miliardi (+511 -1819= -1308) miliardi, che è l’aumento del debito in quegli anni.

Possiamo disquisire per giorni sulla qualità della spesa pubblica, sicuramente dispersiva, clientelare, facilona e improduttiva, ma non sull’entità complessiva, come abbiamo visto. E sono due cose ben diverse!

Ma… dirà qualcuno: un debito è sempre un debito, e gli interessi su di un debito vanno comunque pagati!
La risposta è: dipende!
E comunque mai su di un debito di un sacco pieno di aria.

Vedete, amici: è proprio qui il fulcro del problema: nessuno discute della liceità di dover restituire un debito. Magari si potrà discutere sull’entità degli interessi (e come abbiamo visto, l’Italia dal 1981 in avanti è stata strozzata dagli interessi imposti dal “mercato”), ma come  detto all’inizio, un debito, per essere riconosciuto come tale, deve contenere in sé le caratteristiche che lo rendono esigibile e correttamente contratto.

 IL DEBITO PUBBLICO NON E’ STATO CORRETTAMENTE    CONTRATTO 
 
Faccio un esempio:
Ogni fine mese, causa il magro stipendio e l’aumento dei prezzi, siete costretti a chiedere un piccolo prestito a vostra moglie (o marito) i quali, ovviamente non vi chiedono interessi, semmai siete voi che farete loro un piccolo presente.
Un bel giorno, prendete improvvisamente la decisione di non rivolgervi più al vostro consorte, ma ritenete che sia più giusto chiedere i soldi in prestito ad una banca!
Risultato: il vostro bilancio famigliare viene appesantito di centinaia di euro l’anno. Cifra che, con solo un poco di buon senso, avreste benissimo potuto risparmiare.

Questa vicenda, enormemente ingigantita, è realmente accaduta nel 1981, fra l’allora ministro del Tesoro Beniamino Andreatta e l’allora Governatore della Banca d’Italia Carlo Azeglio Ciampi.

Andreatta, con una missiva a Ciampi, decise che i denari che la B.I. stampava a costo nullo e con i quali era per legge costretta a  comperare i BOT del Tesoro dei quali quest’ultimo decideva il livello dei tassi, avrebbero dovuto da quel momento essere reperiti sul “mercato”da altri soggetti (per lo più banche estere).
Questo “harakiri” che fece lo Stato, era giustificato, a dire di Beniamino,  per cercare di “moralizzare” la mala-spesa e la corruzione dimostrata dalla classe politica.
In realtà si punì tutto il popolo Italiano, poiché dall’81, gli interessi sui BOT salirono alle stelle, il debito pubblico aumentò enormemente (dal 60 al 120%) e di conseguenza le imposte fecero un enorme balzo verso l’alto.
 La classe politica continuò a rubare e sperperare soldi, con la differenza che prima erano soldi sui quali  pagavamo l’1 o 2% di interesse, mentre dopo  il 16-18%!

Una bella pensata, quella del ministro Andreatta, vero?

Si comportò esattamente come lo stolto marito dell’esempio.

Ma c’è di più: perché dobbiamo pagare un debito e un interesse, quale che sia , sui soldi che ci “presta” la Banca di emissione? (ora non è più la B.I., ma la B.C.E.)

     
DA DOVE PRENDE LA BCE I SOLDI CHE CI “PRESTA”?


Forse tutti gli alacri dipendenti della BCE, Draghi compreso, depositano nei suoi forzieri i loro sudati stipendi che tanto faticosamente hanno guadagnato, sperando di ricavare un onesto interesse per affrontare una vecchiaia serena?
Forse tutti i deputati europei, depositano nella BCE i propri denari “accumulati”,perché questa a sua volta li investa per sostenere l’economia di commercianti,  aziende, e  famiglie europee?
Pensate che le cose possano veramente andare in questo modo, o forse stiamo parlando di  un sacco pieno d’aria?

Emissione significa letteralmente :”Creare dal nulla biglietti di banca, stampandoli ad un costo risibile, e prestarli al valore impresso sul facciale, ovvero 5, 10, 20, 50, 100, 200, 500 euro!”

Se non avete letto bene, o non avete capito o non credete alla frase precedente, ebbene: rileggetela 10-20 volte, e cercate di metabolizzarla nel suo semplice e inaudito significato, poiché vi assicuro che è la nuda e allucinante realtà.
Le avrete viste migliaia di volte per TV, quelle valanghe di biglietti di banca stampati  che corrono veloci come un fiume in piena.
Ebbene si: il “debito pubblico” è un sacco pieno d’aria!

UN TIPOGRAFO LADRO

Sarebbe come se il tipografo al quale avete commissionato la stampa di mille biglietti d’entrata per uno spettacolo cinematografico, vi facesse una fattura di 1000X10 = 10.000 euro, cioè l’entità del costo dello spettacolo, e non delle spese tipografiche. E in più vi chiedesse  50 euro di interessi!

Ma ancora qualcuno, particolarmente zelante, potrebbe obiettare: Se comunque questa è la legge, bisogna farsene una ragione.

Nel medioevo c’erano leggi che consentivano di bruciare donne, poiché ritenute streghe.
In molte popolazioni dei vari continenti c’era l’usanza di fare sacrifici umani. Esisteva anche lo ius primae noctis. Esisteva, per legge, la schiavitù, e il diritto di vita o di morte dei padri nei confronti dei figli.
Più recentemente abbiamo votato con una legge elettorale da tutti definita  porcata o “porcellum”, ma il cammino per abolirla, nonostante vi sia una totale unanimità nel ritenerla incostituzionale, deve ancora vedere la luce.
Per non parlare di tutte quelle leggi che sono state redatte in aperto contrasto con la Costituzione. Compreso quella, appunto, che toglie allo Stato la prerogativa di stampare moneta!
E tutto questo perché?
Perché i nostri politici sono pigri? O sbadati? O incapaci? Anche!
Ma soprattutto perché conviene a qualcuno. Qualcuno che ha più potere dei politici e di chiunque altro. Questa, è la vera ragione.

E a chi può convenire l’attuale sistema di emissione monetaria? Chi è così potente da imporre una legge così palesemente ingiusta e che è causa di infinite sofferenze alla popolazione?

Ma le banche, ovviamente! Chi crea, e ripeto CREA denaro dal nulla,….

Se non violentiamo la nostra mente, rigettando il falso e radicato concetto che abbiamo un “debito” perché le banche hanno “comperato” i nostri BOT, o hanno generato falso denaro con degli impulsi elettronici, non riusciremo mai a capire perché il “debito” è un sacco pieno d’aria:


PERCHE’ IL DEBITO PUBBLICO E’ UN SACCO PIENO D’ARIA?

Nel 1971, Richard Nixon, decise unilateralmente di non cambiare più i dollari con oro. Nonostante  gli USA  avessero stampato dollari per un valore di almeno nove volte le riserve di oro che possedevano (rapina della cui ciclopica entità sono state vittime tutte le nazioni della terra), prima del 1971 c’era ancora un flebile rapporto fra le monete e i dollari con l’oro.
Dopo il 1971, che cosa hanno fatto le banche?
O meglio: Cosa non hanno fatto?
Non hanno smesso di considerare il dollaro (e le monete ad esso collegate) come se fossero ancora garantite dal metallo “prezioso”.

Perché  “prezioso”?

Perché essendo soggetto a scarsità, rende difficile e faticoso il suo reperimento, e gli conferisce per questa ragione valore “intrinseco”, cioè suo proprio. Anche se in modo diverso, come hanno tutte le merci e i beni reali :  una mela,  una casa,  un podere, l’acqua, ecc.
Capito? Il sistema bancario, complici i politici corrotti , ha continuato a farci credere che quei pezzetti di carta senza alcun valore reale, intrinseco, mantenessero il valore dell’oro. Cioè come se fossero ancora garantiti dall’oro. Di più : come se essi stessi fossero l’oro!

A riprova di ciò, sta il fatto che anche dopo il 1971, le banche di emissione hanno continuato ad inserire le banconote nei loro bilanci, al passivo.
Come se si privassero di qualcosa avente valore intrinseco!
Banconote che  stampano quasi gratis!
Facendoci credere che sono oro!

                   
COME DOVREBBERO ANDARE LE COSE


Una Comunità,al suo nascere, è definibile come un insieme di persone che abbiano in comune  obiettivi, progetti, programmi  e valori condivisi.
Queste condivisioni, portano la Comunità per sua stessa natura, a detenere il potere di emissione monetaria, e d’ imposizione fiscale.

La Comunità delega ad alcuni suoi rappresentanti eletti, la formazione dello Stato, che oltre ad assumersi il dovere e la responsabilità di cui sopra (emissione monetaria e imposizione fiscale)  ne assume una terza: quella di organizzare e monetizzare l’operosità dei cittadini.
La monetizzazione di questa operosità, va comunemente definita sotto il nome di PIL (prodotto interno lordo).

Ovviamente, dal punto di vista cronologico, fra i due momenti, cioè quello dell’emissione e quello dell’imposizione, il primo ad avverarsi è quello del l’ emissione.
Altrimenti, come potrebbe lo Stato tassare se non ha fornito prima i denari alla popolazione?
Non vi è alcun bisogno che le banconote stampate abbiano un’ equivalente copertura in oro che le garantisca: esse sono già garantite dalla quantità di ricchezza generata dall’operosità dei cittadini.

Con questo criterio, ogni singola lira che lo Stato emette ( Ipotizziamo che questa Comunità possa essere stata la Repubblica Italiana del 1946) viene posta al passivo a bilancio nella voce “deficit”, e corrisponde, fino all’ultima lira, alla ricchezza accumulata dal popolo, che la inserisce invece al suo attivo nel bilancio privato interno.

Ma con una differenza sostanziale rispetto al sistema attuale: il deficit del bilancio dello Stato è solamente un foglio contabile; il deficit rimane soltanto una denominazione convenzionale che non comporta in alcun modo il diritto per alcuno di “esigerlo” né l’obbligo per qualcun altro di “renderlo” né, tantomeno di ripagarne inesistenti interessi.
E’ insomma un “deficit positivo” o Moneta- Credito. E’ la ricchezza dei cittadini, guadagnata con la propria operosità.

Solamente se lo Stato in questione delegasse ad un altro ente (BCE ad es.) il diritto di emissione denominata in una moneta diversa dalla propria, allora il “deficit positivo” di cui sopra, si trasformerebbe in “debito pubblico reale”,poichè da quel momento chi lo detiene avrebbe dei creditori; che non potrebbe in alcun modo soddisfare, in quanto avrebbe perduto la possibilità di gestire la propria moneta, e non avrebbe la possibilità di gestire la nuova (l’euro) perche non è sua.

A riprova che tutto quanto sopra è inconfutabilmente vero e sacrosanto, vi è oggi, la testimonianza dell’art. 105/A del trattato di Maastricht che prescrive che gli Stati possono battere moneta, ma limitatamente alle sole monete metalliche, lasciandone però il volume e l’entità del conio, alla decisione della BCE (guarda caso):ebbene, nonostante tutte le limitazioni del caso, le monete metalliche (che recano la sigla RI cioè Repubblica Italiana), NON generano debito.

Il che significa che lo Stato, coniando le monete metalliche, genera un deficit positivo puramente formale, poiché in realtà introita il signoraggio delle monete, e nelle transazioni, nessuna delle parti contrae un debito. Se invece usiamo per le transazioni biglietti cartacei, il soggetto A che vende, riceve un “pagherò”(da 100 euro per es.) consistente nel biglietto da 100, il soggetto B che compra, detiene il bene reale acquistato, Ma rimane un debito di 100 al soggetto C, che è lo Stato, che ha emesso l’equivalente della somma 100, oggetto della transazione, in titoli di Stato per prendere in prestito il biglietto dalla BCE. O, peggio, dalle banche cui la BCE lo ha prestato allo 0,25%, e che lo riprestano allo Stato al 4,5%.

E siccome lo Stato si rivale sui cittadini imponendo loro balzelli fiscali per fare quadrare i bilanci, il soggetto”C” dell’esempio, scarica il fardello sul cittadino qualunque, che crede di avere espletato i suoi obblighi pagando con moneta cartacea, ma in realtà rimane debitore verso la BCE, intermediario lo Stato, cui paga le imposte.

                      

MA LA STORIA CONTINUA….

L’argomento fin qui trattato, si riferisce alla stampa di banconote da parte delle banche di emissione come la BCE; banche cui è stato dato il potere di stampare nuova moneta, cosiddetta “esogena”, poiché proviene da un ente posto al di fuori e al di sopra del circuito bancario tradizionale.

Questa emissione genera il così detto “signoraggio primario”.
Ma esiste un altro tipo di emissione di moneta virtuale (ovvero non cartacea né metallica), molto più consistente come volume (circa il 98%) che viene messa in essere dal circuito bancario interno, e perciò chiamata “moneta endogena”che dà luogo al signoraggio “secondario”i cui effetti sono abnormi. Ma di questo tratteremo nel terzo manuale.


Per contatti:

Claudio Zanasi:                                           z_antares48@yahoo.it

Normanno Malaguti:                                   normanno30@gmail.com
                      
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Lino Basciani                                              lino.basciani@gmail.com

Alberto  De Carli                                        decaparadigma@gmail.com

 
Bibliografia essenziale

Giacinto Auriti, Il paese dell’utopia, Chieti, Tabula Fati, 2002
Giacinto Auriti, Il valore del diritto, Teramo Edigrafital, 1993
M. Della Luna- A. Miclavez , Euroschiavi, Bologna, Arianna Editrice, 2005
Normanno Malaguti, La moneta debito, Rimini, Il Cerchio, 2012
Bruno Tarquini, La banca la moneta e l’usura, Napoli, Controcorrente, 2001
Thore&Warner, La verità sulla moneta contattare, luciano.marrocco@tin.it
Ezra Pound, L’abc dell’economia, Torino, Bollati Boringhieri, 1994
Nino Galloni, Chi ha tradito l’economia italiana?, Roma, Editori Riuniti, 2011
Marco Bersani, Catastroika, Roma, Alegre, 2013
Antonio Venier, Il disastro di una nazione, Padova, Ed. di Ar, 2000
Loretta Napoleoni, Democrazia vendesi , Milano, Rizzoli, 2013
Maurizio Blondet, Schiavi delle banche, Milano, Effedieffe, 2005
Marco Saba, O la banca o la vita, Bologna, Arianna Editrice, 2008
Marco Della Luna, Cimit€uro , Bologna, Arianna Editrice, 2011
Alberto Bagnai, Il tramonto dell’euro, Reggio Emilia, Imprimatur, 2012
CLAUDIO MOFFA, Rompere la gabbia, Bologna, Arianna Editrice, 2013
 

Bologna 2013 
Stampato in proprio pro manuscripto

[deca] :  Chi fosse interessato ad avere copia cartacea stampata di codesto primo manualetto di sopravvivenza urbana, può richiedermelo via mail o scrivendo sulla pagina google, o, infine, tramite un commento sul blog.

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